Partecipa a PID (Programma INFN per Docenti) in presenza!

Sono aperte le candidature ai nuovi corsi di aggiornamento PID (Programma INFN per Docenti) che si terranno in presenza presso i laboratori nazionali dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
L’iniziativa è supportata da Sanoma Italia che da anni collabora con l’INFN sostenendo questo e molti altri progetti.

I laboratori, della durata di 5 giorni, sono percorsi di formazione nel campo della fisica di base, della tecnologia a essa connessa e delle sue applicazioni. Gli appuntamenti in programma sono:

→ Dal 23 al 27 ottobre 2023 presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, Padova

→ Dal 6 al 10 novembre presso i Laboratori Nazionali del Sud, Catania

→ Aprile 2024 presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, L'Aquila. Date in via di definizione.

Candidati subito sul sito di INFN>>

Compila il form sul sito di INFN entro il 24 luglio per inoltrare la tua candidatura: una commissione scientifica valuterà le candidature e selezionerà un massimo di 32 partecipanti per corso. I risultati della selezione saranno resi noti a settembre.

Rivedi gli incontri di PID@Home - Programma INFN per Docenti

Quest'anno i neutrini sono stati i protagonisti del ciclo di tre incontri dal titolo Insoliti ignoti. Incontriamo i neutrini: le particelle che raccontano il mondo subatomico e il cosmo.
Hai perso un appuntamento e vuoi rivederlo?
Ecco i link alle registrazioni* :

*La fruizione della registrazione non dà diritto a ricevere l'attestato di partecipazione.

Per vedere gli incontri ti basterà entrare in My Place ed eseguire il login. Non hai un account? Registrati subito>>

Il programma degli incontri

Giovedì 13 aprile dalle ore 16.30

Cosa sono i neutrini
Breve storia della più strana di tutte le particelle note

Con Francesco Vissani, INFN Laboratori Nazionali del Gran Sasso

Dalla prima ipotesi di Pauli sull’esistenza di una particella quasi invisibile alla conferma di questa ipotesi grazie agli sforzi sperimentali guidati dalle teorie di Enrico Fermi: la storia dei neutrini e delle loro caratteristiche e utilizzi attraverso decenni di ricerche e scoperte.

Nel 1930, certe osservazioni sul nucleo dell’atomo condussero Pauli a formulare l’ipotesi dell’esistenza di una particella quasi invisibile, oggi chiamata neutrino.  L’esistenza di questa particella fu confermata solo un quarto di secolo dopo, grazie ad intensi sforzi sperimentali guidati dalle teorie di Enrico Fermi. 
Studi successivi verificarono che esistono tre famiglie di particelle, ognuna delle quali include un neutrino diverso. Si capì presto che i neutrini hanno masse molto piccole, ma, come chiarito da Pontecorvo ed altri, ci si convinse che esse avrebbero potuto causare la trasformazione dei vari tipi di neutrino, gli uni negli altri. Anche di questo fenomeno, chiamato oscillazioni dei neutrini, furono poi trovate le prove. 
Una domanda relativa alla differenza tra neutrini e antineutrini, formulata da Majorana nel 1937, resta tra i maggiori misteri insoluti della fisica delle particelle: essa è collegata con  l’ipotesi che esistano dei fenomeni in cui la materia potrebbe essere creata e forse addirittura ha a che fare col fatto che nell’universo l’antimateria è quasi del tutto assente.
Abbiamo imparato a rivelare  i neutrini e a utilizzarli  per interessanti studi di astrofisica, come l’osservazione del centro del Sole,  e la ricerca dei siti  dove hanno origine i raggi cosmici. 

Giovedì 20 aprile dalle ore 16.30

Come osserviamo i neutrini
Dall’esperimento Poltergeist alle studio delle particelle camaleonte

Con Laura Patrizii, INFN Bologna

Come si rivela una delle particelle più elusive del cosmo? Esaminiamo alcuni esperimenti rappresentativi – il “Progetto Poltergeist”, l’esperimento Borexino e le attuali imprese in preparazione come l’esperimento DUNE – che hanno permesso non solo di rivelare, ma anche di acquisire informazioni fondamentali sui neutrini e le loro caratteristiche.

“Ho fatto una cosa terribile: ho postulato una particella che non può essere rivelata” – Pauli 1930”. Il pessimismo di Pauli era legato alla bassa probabilità che un neutrino ha di interagire, e quindi di essere rivelato: un neutrino prodotto nel Sole, ad esempio, può percorrere indisturbato una distanza dieci volte il diametro della Via Lattea. Questa bassa probabilità può essere compensata utilizzando un rivelatore di grande massa o una sorgente di neutrini abbastanza intensa.  Il problema era che negli anni ’30 non si conoscevano sorgenti abbastanza intense né si sapeva costruire grandi rivelatori.
Negli anni abbiamo imparato a farlo. Tutto quello che oggi sappiamo sulla più elusiva delle particelle è  frutto di decadi di esperimenti condotti  con rivelatori enormi , con masse sulla scala delle centinaia o anche migliaia di tonnellate,  sfruttando tecnologie diverse - scintillatori, emulsioni nucleari, rivelatori ad acqua-  e sorgenti diverse - neutrini dal sole,  atmosferici, dalle supernovae, fasci di neutrini agli acceleratori, neutrini dai reattori nucleari. 
Nell’incontro vengono esaminati alcuni esperimenti rappresentativi, quale ad esempio il “Progetto Poltergeist” di Cowan e Reines che nel 1956 permise la prima rivelazione dei neutrini, all’esperimento Borexino ai Laboratori del Gran Sasso, è fino alle attuali imprese in preparazione, come l’esperimento DUNE  in cui l’INFN gioca di nuovo un ruolo fondamentale.

Giovedì 27 aprile dalle ore 16.30

La neutrino astronomia
Osservare l’universo con occhi nuovi 

Con Carla Distefano, INFN ai Laboratori Nazionali del Sud

La neutrino astronomia è oggi un campo di ricerca in rapido sviluppo che vede l’avvento di nuovi osservatori situati in diverse regioni del mondo per indagare sempre più in profondità i misteri del cosmo. Scopriamo l’esperimento KM3NeT, che vede fortemente coinvolto l’INFN nella realizzazione di un telescopio sottomarino per l’osservazione di neutrini provenienti da sorgenti astrofisiche come le supernovae, esplosioni di raggi gamma (gamma ray burst) e  i nuclei galattici attivi

L'attuale conoscenza dell’universo si basa sulle informazioni trasportate dalla radiazione elettromagnetica, dalle onde gravitazionali, dai neutrini e dai raggi cosmici che messe insieme danno un quadro generale chiamato astronomia multi-messaggera; un quadro recentemente completato dall’osservatorio IceCube con la prima osservazione di una sorgente cosmica di neutrini: la galassia M77 (o NGC 1068). La rivelazione dei neutrini astrofisici ci aiuterà a comprendere l'annoso mistero dell’origine dei raggi cosmici. I neutrini infatti, essendo privi di carica elettrica, non deviano la loro traiettoria per effetto dei campi magnetici che permeano il cosmo: è così possibile "puntare indietro" alle sorgenti dei raggi cosmici da cui i neutrini provengono. I neutrini, inoltre, interagiscono solo debolmente con la materia, avendo quindi la capacità di viaggiare su distanze cosmiche, consentendoci di esplorare le regioni più remote dell’universo. 
La neutrino astronomia è oggi un campo di ricerca in rapido sviluppo che vede l’avvento di nuovi osservatori situati in diverse regioni del mondo. In questo scenario si colloca l’esperimento KM3NeT che vede fortemente coinvolto l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nella realizzazione di un telescopio per neutrini sottomarino al largo di Portopalo di Capo Passero. Il telescopio avrà le dimensioni di un km3 e sarà capace di osservare neutrini provenienti da sorgenti astrofisiche come le supernovae, lampi di raggi gamma (gamma ray burst) o i nuclei galattici attivi. Grazie alla sua posizione nell'emisfero nord, KM3NeT garantirà una copertura del cielo complementare a quella di IceCube, sito al Polo Sud. KM3NeT osserverà, porzioni di cielo non ancora esplorate con una grande risoluzione angolare.

Scopri i relatori degli incontri

Carla Distefano è Primo Ricercatore INFN ai Laboratori Nazionali del Sud. Laureatasi in fisica all’Università degli Studi di Catania nel 2000, consegue successivamente il titolo di dottore di ricerca nello stesso ateneo. Dal 2022 è primo ricercatore  presso i Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN presso i quali si occupa di fisica del neutrino e neutrino astronomia. Svolge principalmente la sua attività di ricerca nell’ambito del progetto KM3NeT di cui coordina le attività di simulazione Monte Carlo.

Laura Patrizii è Dirigente di  Ricerca INFN presso la Sezione di Bologna. Ha svolto attività di ricerca negli ambiti della fisica sperimentale astroparticellare e del neutrino. Ha partecipato a due dei principali esperimenti sulle oscillazione dei neutrini: MACRO, che ha contribuito alla scoperta del fenomeno, OPERA, che ne ha stabilito la natura in modo definitivo. E’ impegnata  attualmente in due esperimenti con fasci di neutrini a Fermilab: SBN/ICARUS, già in presa dati, e DUNE in preparazione. Ha maturato anche una lunga esperienza nella ricerca di monopoli magnetici ed altre particelle esotiche nella radiazione cosmica  e agli acceleratori, ultimo in ordine di tempo, l’esperimento MoEDAL ad LHC.

Francesco Vissani è direttore di ricerca presso i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). La sua ricerca si concentra sulla fisica e sull'astrofisica dei neutrini, sulla fisica delle particelle e delle astroparticelle e sulle estensioni del modello standard. Ha pubblicato più di 100 articoli, tra cui diverse recensioni e monografie. Fa parte del comitato editoriale di EPJC. Ha studiato a Pisa, ha conseguito il dottorato di ricerca alla SISSA ed è stato postdoc all'ICTP e al DESY di Amburgo. Ha insegnato presso le università di L'Aquila, Milano, Napoli (Italia) e Campinas (Brasile). È molto interessato alla divulgazione scientifica e nel 2015 ha fondato il Premio ASIMOV per la divulgazione scientifica, che ha visto la partecipazione di 14.000 studenti italiani nell'ultima edizione. Nel 2008 ha ricevuto il premio "Occhialini", assegnato congiuntamente da IOP e SIF, per le sue ricerche sui neutrini.

Il progetto MySTEM

 

Con il progetto MySTEM vogliamo valorizzare il ruolo delle discipline scientifiche nella formazione dei cittadini di domani. Per questo  siamo al fianco di scuole e insegnanti nel percorso che porta al rinnovamento dello studio delle STEM, come previsto dalle indicazioni ministeriali e dal PNRR.

Referenze iconografiche: Prototipo Borexino, © Laboratori Nazionali del Gran Sasso (INFN)