Accompagnare i bambini nel grande universo della letteratura è un compito che richiede di credere nel valore formativo delle storie. “Noi siamo quello che leggiamo”, come ha detto Aidan Chambers, spiegando che c’è una relazione tra un ambiente casa-scuola ricco di storie e la crescita di lettori entusiasti e consapevoli. Leggere letteratura, incontrando la parola di Autori, classici e contemporanei, ci consente di sperimentare le più diverse soluzioni ai problemi della vita prima di affrontarle nella realtà, ci permette di viaggiare senza valigia, ci interroga su questioni nuove e – in definitiva - ci fa vivere molte vite.

Le storie ci accompagnano e ci nutrono, sono cibo per la mente e aiutano a rendere sensata la vita raccontandocela. “Attraverso la letteratura possiamo incontrare una storia che almeno per un momento ci curi con la parola, raccolga i nostri pezzi, metta insieme le nostre parti disperse, oltrepassi le nostre zone più inospitali. Per dirci che anche nell’oscurità c’è luce”, scrive Maria Teresa Andruetto. 

E ancora: “Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane” è una suggestione illuminante di Emily Dickinson.  Leggere storie ci consente infatti di viaggiare con la mente, nel tempo e nello spazio, e di aprire finestre sul mondo reale e su quello possibile. L’esempio di Jella Lepman, fondatrice della Internationale Jugendbibliothek München e di Ibby, “International Board on Books for Young people”, il board mondiale di chi si occupa di letteratura per l’infanzia, può essere contagioso perché i libri per bambini sono un tesoro prezioso e un vaccino contro l’intolleranza, il razzismo e la guerra. Anche le neuroscienze confermano l’importanza di un contatto con la dimensione delle storie sin dalla prima infanzia.  Leggere getta ponti e apre le porte. I libri per bambini e ragazzi offrono mappe del mondo, luoghi di incontro di sguardi diversi e costituiscono una inesauribile sorgente di storie.  Non esiste una pozione magica per suscitare nei bambini l’amore per i libri e la lettura. Esistono però strumenti e buone pratiche per perseguire il piacere di leggere. Da decenni si discute della sua natura e dei modi per coltivarlo. Non lo si può insegnare ma certamente lo si può sperimentare. Anche a scuola. Per la verità, la scuola è stata spesso accusata di mortificarlo, attraverso pratiche che concentrano l’attenzione solo sulle competenze, gli esercizi di apprendimento e la valutazione. Sono critiche talvolta ingenerose ma non infondate.  Piacere e competenza, in realtà, non sono nemici irriducibili, ma possono convivere a scuola con tempi, spazi e ritmi propri. È questa la convinzione che ci ha guidato nella progettazione e realizzazione del sussidiario dei linguaggi “Nel bosco dei libri”: un sussidiario a impronta tematica che non trascura la scoperta di generi e tipologie testuali a misura di bambino e propone un ricco menù di assaggi e l’incontro con buoni libri d’autore. 

Avvicinare i ragazzi al piacere delle storie attraverso una selezione antologica presuppone alcune fondamentali scelte di campo: è necessario innanzi tutto evitare brani troppo spezzettati, ridotti, decontestualizzati, piegati a un uso solo strumentale di apprendimento per riuscire a coinvolgere bambini e ragazzi in un vero e proprio “assaggio letterario” che possa essere per loro significativo. In secondo luogo, se è bene da un lato promuovere la lettura fluida e autonoma dei testi da parte degli alunni, è importante anche gratificarli attraverso l’abitudine a tempi distesi dedicati alla lettura ad alta voce da parte del docente alla classe, pratica essenziale per coltivare il piacere di leggere.

Ogni unità tematica del sussidiario dei linguaggi “Nel bosco dei libri” si apre con un approccio immersivo, attraverso un brano da ascoltare (con QR Code), valorizzando così il piacere di fruire brani tratti dalla miglior letteratura per ragazzi italiana e internazionale, inclusi anche alcuni classici e “classici contemporanei” come Rodari, Lodi, Milani, Dahl o Ende.

Un tema che spesso emerge, oggi, tra i docenti e i promotori della lettura, è se sia opportuno o meno proporre i grandi classici a bambini e ragazzi che sono sempre più spesso difficili da appassionare all’attività del leggere, talvolta affaticati nell’acquisizione della lettura strumentale e quindi meno disponibili ad approcciare linguaggi e testi di altre epoche. 

Anche se scritti molto tempo fa, i grandi classici parlano di problemi, sfide e dilemmi simili a quelli che affrontano i bambini di oggi; propongono cioè temi universali che possono essere declinati attraverso la riflessione collettiva in chiave contemporanea, spesso divenendo la chiave di accesso a veri e propri percorsi di Educazione civica. Ad esempio, Pinocchio invita ad approfondire il tema del diritto all’istruzione e anche del rapporto tra menzogna e verità (si potrebbe arrivare a discutere – proprio attraverso questo grande classico - di fake news e cittadinanza digitale). Pippi Calzelunghe suggerisce interessanti approfondimenti sul tema della parità dei diritti tra maschi e femmine, sulla decostruzione di stereotipi di genere e sulla costruzione della propria identità. I ragazzi della via Pàl rimanda al tema, quanto mai attuale, del bullismo.  

 

 Il volume "Nel bosco dei classici" propone ampi brani tratti da otto libri “classici” (Il giardino segreto, I ragazzi della via Pàl, Il libro della giungla, Pollyanna, ecc.) che incontrano l’educazione civica. Per ciascun “classico” viene proposto un brano lungo e appassionante per favorire l’immersione coinvolgente nella storia. La trama e le coordinate essenziali del libro sono presentate in apertura, così come i personaggi, con illustrazioni che aiutano a visualizzarli e curiosità legate al libro. Una biografia a misura di bambino mette in luce in modo particolare l’infanzia dell’autore e la sua passione per la scrittura. 

Quando si sperimenta la letteratura a scuola i bambini spesso si interrogano su questioni che riguardano il “mistero” presente dietro ogni grande narrazione: ci si domanda allora perché un autore senta l’esigenza di scrivere, chi vi sia dietro una storia inventata, quale messaggio e destinato a chi volesse comunicare. 

È arricchente, allora, nutrire le curiosità e avvicinare i bambini al mondo che sta dietro e dentro alle pagine del libro. Si possono organizzare, nel migliore dei casi, veri e propri incontri con gli autori contemporanei di cui si propongono significative letture, oppure esplorarne la biografia attraverso i media, o ancora inviargli domande, oppure – se sono per esempio autori del passato – fare ricerca e conoscere quegli aspetti di vita che possono avvicinare i bambini a una comprensione più piena della sua scrittura.

Il progetto “Nel bosco dei libri” ospita numerose interviste su doppia pagina con autori per ragazzi italiani e internazionali, in cui essi raccontano di sé, della loro infanzia e del rapporto con i libri, offrendo consigli di lettura e di scrittura. Le interviste sono anche un modo per spiegare ai bambini cosa c’è dietro a un libro e quali ingredienti propone chi scrive. 


Abbiamo raccolto alcune domande ricorrenti tra i bambini e le risposte suggestive di alcuni grandi autori del nostro tempo. 

Che cosa significa scrivere? 

“Fra tutte le cose che faccio nella mia vita, trovo che sia la cosa più faticosa di tutte ma anche la più bella. A volte, mentre scrivo, cado nella disperazione. Quando finisco un libro ed è bello, allora è una sensazione unica al mondo. Da sola hai costruito un intero castello.” (Anna Woltz)

Come si scelgono i nomi dei personaggi? 

“Se sono personaggi fantastici, mi piace che il nome rispecchi le loro caratteristiche, per esempio “Mastino” è un soldato di ventura che non ha paura di nulla.” (Guido Quarzo). 

Che consiglio daresti a chi vuole imparare a fare lo scrittore? 

“Scrivi! Sperimenta! Non aver paura di sbagliare. Poi parlane con persone care, compagni, fratelli, parenti. Racconta come fai, perché lo fai, racconta anche le storie che inventi, prima di scriverle. Regale, le tue poesie.  E soprattutto: non buttare mai una sola riga di ciò che hai scritto.” (Bernard Friot)

 “La scrittura va coltivata come una pianta piccola che cresce piano. Bisogna avere pazienza con la propria scrittura, provare e riprovare” (Chiara Lossani).

Quando trova ispirazione e come si organizza uno che di mestiere fa lo scrittore?  

“Bevo un tè alla menta e rimango seduta sulla sedia per molto tempo.” (Jutta Richter). 

“Uso soprattutto le ore fresche della mattina, quelle in cui la mia mente è più riposta e pronta a costruire storie.” (Lodovica Cima).

 “Le idee io le trovo molte volte camminando. Oppure leggendo o guardando un film. Loro arrivano e io le acchiappo e le metto in un quadernetto che tengo in tasca. Anche il treno mi ha aiutato.” (Sebastiano Ruiz Mignone).

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • Maria Teresa Andruetto, Per una letteratura senza aggettivi, Equilibri, Moneda 2014 (a cura di Gabriella Zucchini).
  • Aidan Chambers, Siamo quello che leggiamo - Crescere tra lettura e letteratura, Equilibri, Modena 2020 (a cura di Gabriella Zucchini).
  • Jella Lepman, Un ponte di libri, Sinnos, Roma 2018 (a cura di Anna Patrucco Becchi).
  • Maryanne Wolf, Lettore, vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale, Vita e pensiero, Milano 2020.

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