Competenze non cognitive, life skills, employability skills

Nel mese di gennaio 2022 l’Aula della Camera ha approvato la proposta di legge che mira alla valorizzazione delle competenze non cognitive nella scuola italiana. La proposta, in fase di esame presso il Senato1, prevede l’avvio di una sperimentazione nazionale triennale per attività finalizzate allo sviluppo di tali competenze nei percorsi delle scuole di ogni ordine e grado. È prevista inoltre un’attività di formazione dei docenti.
Le competenze non cognitive fanno parte delle cosiddette life skills, che consentono di affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana attraverso comportamenti positivi e di adattamento. Tra questi, la capacità di gestire le emozioni e lo stress, la comunicazione efficace, l’empatia, il pensiero creativo e quello critico, la capacità di prendere decisioni e quella di risolvere problemi (problem solving).
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la fascia di età adatta per apprendere tali competenze è quella compresa tra i 6 e16 anni. Non vanno tuttavia escluse le altre fasi della vita, soprattutto quella lavorativa, che valorizza particolarmente qualità come la capacità di lavorare in team, il public speaking, la leadership, l’imprenditorialità e, ancora una volta, il problem solving. Nella pratica didattica queste ultime vengono più propriamente definite employability skills, ossia quelle competenze trasversali che mettono le persone in condizione di rispondere nel modo migliore alle esigenze poste dall’esercizio di una professione, di affrontare i cambiamenti del mercato del lavoro e il passaggio da un lavoro all’altro.


Un “catalogo” delle life skills

L’elenco delle life skills deve per definizione essere aperto e in costante evoluzione, dovendo manifestare esso per primo la capacità di adattarsi al contesto e alle mutevoli esigenze sociali e professionali degli individui e delle organizzazioni.
Solitamente, quando si fa riferimento alle life skills se ne considerano una decina, maggiormente consolidate.
Hanno grande rilevanza, anche per la loro immediata spendibilità in ambito professionale, le capacità di prendere decisioni e di risolvere problemi: il decision making e il problem solving, consistenti nell’impostare attivamente un processo decisionale e risolvere in modo costruttivo le criticità.
Vanno ugualmente in coppia il pensiero creativo e la capacità critica, che consentono di elaborare situazioni in modo autonomo e trovare soluzioni alternative e innovative.
La comunicazione efficace presuppone la capacità di esprimere sentimenti, bisogni e stati d’animo in modo appropriato, ascoltando al contempo le altre persone. Occorre quindi un’adeguata capacità di relazionarsi con gli altri, ossia di stabilire e mantenere relazioni significative in modo positivo.
Un gruppo nutrito di competenze è focalizzato sugli aspetti emotivi, come la conoscenza di sé, dei propri punti di forza e di debolezza e dei propri bisogni. Analogamente, la gestione delle proprie emozioni richiede consapevolezza di queste e la gestione dello stress presuppone la capacità di riconoscere le cause che creano tensione e di sapersi adattare alle situazioni. L’empatia, infine, consente di capire il punto di vista delle altre persone e le loro emozioni.


La didattica delle life skills

Le life skills possono essere sia imparate sia insegnate. Già nel 1993 l’OMS indicò le life skills come veicolo idoneo per promuovere l’educazione alla salute nell’ambito scolastico. La scuola rappresenta, infatti, l’ambiente ideale per il loro insegnamento, dato il suo ruolo fondamentale nei processi di socializzazione. Al suo interno può trovare agevolmente posto una riflessione e un’attività dedicata (anche) sulle competenze non disciplinari, senza bisogno di stravolgere programmi e investire in costosi progetti.
Il ruolo dei docenti è fondamentale nel veicolare le life skills e per fare questo è necessario che essi abbiano a disposizione gli strumenti sia pratici sia teorici da impiegare in classe.
Certamente efficaci sono le tecniche didattiche innovative, come i lavori di gruppo, le discussioni e i confronti, l’educazione tra pari, il brainstorming e il role-playing.
Il libro di testo gioca un ruolo importante in questo processo, come “suggeritore” di spunti per l’attività didattica da svolgere in classe e a casa. Esso può contribuire, inoltre, a diffondere una cultura e una sensibilità intorno a questo tipo di competenze, ancora poco conosciute agli studenti e alle famiglie, ma di grande importanza per la formazione dei futuri cittadini e lavoratori consapevoli.

Note al piede

1 Il presente articolo è aggiornato a gennaio 2023 (n.d.r).