Fonti e network dove reperire esempi e “casi” di sostenibilità

Spesso il concetto di sostenibilità appare talmente ampio e variegato, nelle sue mille sfaccettature, da risultare quasi astratto, soprattutto nel pensiero dei più giovani. Anche per i docenti, se da una parte non è difficile, seguendo gli obiettivi di Agenda 2030, andare a illustrare agli studenti temi ambientali, socio-culturali, economici che afferiscono alla sostenibilità, dall’altra diventa più complicato, per mancanza di fonti di facile reperimento, rendere concreti quei temi, esemplificandoli nella realtà di tutti i giorni. Non parliamo tanto delle ormai classiche azioni riportate da ogni libro che parli di sostenibilità – la necessità di fare la raccolta differenziata o di chiudere il rubinetto dell'acqua quando ci si lava i denti – quanto di esempi di attività e progetti sostenibili messi in atto da comunità, piccole o grandi che siano. Esempi chiari e illuminanti sulle modalità in cui concetti e obiettivi di Agenda 2030 possano essere tradotti in realtà.

Eppure, anche in Italia gli esempi sono ormai molti e stimolanti, soprattutto nel frastagliato universo dei piccoli borghi sparsi in ogni regione d'Italia (i cosiddetti “piccoli Comuni” italiani sono circa 5.500, il 70% del totale), dove esempi di sostenibilità e resilienza sono in alcuni casi diventati modelli per altre comunità anche più grandi. Li raccontano molti network ai quali ci si può riferire per approfondire le case histories e soprattutto lavorare con studenti e studentesse per trovare esempi virtuosi sul proprio territorio (o per lavorare su territori specifici nell'ambito di attività di ricerca). Tra questi, per esempio:

  • il progetto Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano, che certifica i piccoli borghi dell'entroterra che si distinguono per le loro qualità turistiche e ambientali;

  • la rete di Borghi Autentici d’Italia, nata attorno all'obiettivo di un modello di sviluppo locale sostenibile, equo, rispettoso dei luoghi e delle persone e attento alla valorizzazione delle identità locali;

  • la rete Alpine Pearls, che raggruppa una dozzina di località dell'arco alpino italiano (insieme ad altri in Paesi confinanti) che si distinguono per azioni virtuose nell'ambito della cosiddetta mobilità dolce;

  • la rete di luoghi premiati dalla fondazione no-profit olandese Green Destinations, che si occupa di sviluppo e certificazione di destinazioni sostenibili, scegliendo ogni anno progetti di sviluppo sostenibile provenienti da tutto il mondo con l'obiettivo di promuoverli e condividerli come esempi ispiratori. 

Sostenibilità come valorizzazione dell’identità culturale 

Molti esempi vertono sul concetto di sostenibilità come preservazione di uno spirito comunitario e valorizzazione dell’identità culturale che contraddistingue ogni specifico luogo. È il caso dei due progetti premiati da Green Destinations nell’iniziativa “Top 100” del 2022

Il primo è stato presentato dal Comune di Castelvetro di Modena (MO), che già da anni punta sulla sostenibilità come fattore di crescita, sia attraverso le certificazioni ambientali (come ISO 14001 ed EMAS) sia promuovendo iniziative di “turismo lento” sul proprio territorio. Il Comune è stato premiato per il progetto di restituzione alla comunità di un antico castello, quello di Levizzano Rangone, dove è stato allestito un innovativo museo per far rivivere le tradizioni del passato legandole all'esperienza del presente; è stato un caso esemplare di coinvolgimento di tutti gli abitanti, che attraverso il passaparola ha portato al museo non solo oggetti, ma anche competenze e maestranze (favorendo tra l’altro la costruzione di una rete di scambio tra diverse generazioni). La risposta è stata entusiastica anche da parte delle scuole, permettendo un reale rafforzamento del senso di comunità. 

Il secondo progetto ha invece visto come protagonista la Val d'Ega (Eggental), una valle dolomitica altoatesina dove il massiccio flusso turistico rischiava di sfilacciare il tessuto sociale e far dimenticare origini legate ad agricoltura e allevamento. Il progetto "Cicli regionali - La Val d’Ega coltiva per la Val d’Ega", lanciato per promuovere e rafforzare la cooperazione tra agricoltori, ristoratori e albergatori, ha invece permesso agli abitanti di sviluppare un modello che restituisce valore alle produzioni locali; è stato approntato un sistema di chat, in cui agricoltori e ristoratori dialogano direttamente per la vendita e l’acquisto dei prodotti locali, raggiungendo diversi obiettivi: nessun spreco di cibo, preparazioni dei ristoranti con materie prime a chilometro zero, crescita di relazioni e di messa in rete di idee, sviluppo del senso di comunità. Anche in questo caso, un bell’esempio di circolarità sostenibile.

Sostenibilità come preservazione della biodiversità
 

Il senso di orgoglio comunitario può portare anche a iniziative indirizzate a preservare la biodiversità (un altro obiettivo di Agenda 2030 strettamente legato al concetto di sostenibilità), come quella che ha condotto i quattro Comuni sardi di Torpè, Posada, Lodè e Bitti a promuovere l’istituzione di un’area protetta che tutelasse il loro territorio. Così, partendo “dal basso” - ovvero da una comunità che si sente così legata al suo territorio da considerarlo bene comune, sapendo che le ricadute positive saranno nella vita di tutti - nel 2014 è nato il Parco Naturale Regionale dell'Oasi di Tepilora, quasi 8000 ettari di foreste, macchia mediterranea, sorgenti e corsi d'acqua. Un’iniziativa di successo, visto che nel 2017 l'area del Parco, con l'aggiunta dei territori di altri 13 Comuni tra Barbagia, Baronia e Bassa Gallura, ha ottenuto dall’UNESCO il riconoscimento di Riserva della biosfera

Esempi in questo senso, spesso a livello di microrealtà, si possono trovare in varie parti d’Italia; un altro caso interessante è quello dell’area di Carrega Ligure (AL), dove un’azione partecipata degli abitanti ha spinto verso l’istituzione del Parco Naturale Alta Val Borbera, con l’obiettivo di evitare lo spopolamento e l’abbandono della zona montana. 

Sostenibilità come modello economico ed energetico

Un esempio di sostenibilità in senso sociale ed economico arriva invece dalla provincia di Pisa, dove il borgo di Peccioli – certificato dal Touring Club Italiano con la Bandiera Arancione – fin dal 1997 è tra i casi più virtuosi per quanto riguarda i temi dell’economia circolare e delle fonti energetiche rinnovabili. Dal 1997 la discarica locale è gestita da una società pubblico-privata di cui il 64% delle quote è in mano al Comune, mentre le restanti a 900 piccoli azionisti di cui 500 sono abitanti del posto: un’iniziativa davvero peculiare, in cui i cittadini si sono fatti parte in causa nel processo di valorizzazione del territorio, trasformando in opportunità ciò che altrove sarebbe stato rifiutato a priori come una minaccia al territorio. L’avveniristico impianto di smaltimento e trattamento ha permesso nel tempo di utilizzare il ciclo dei rifiuti per generare utili reinvestiti in cultura e innovazione, favorendo benessere, sviluppo, servizi, democrazia partecipativa. Un processo in continua evoluzione, grazie al quale entro il 2026 sarà inaugurato un vetrificatore, ovvero un impianto di smaltimento rifiuti a emissioni zero, che sfrutta una combustione “senza fiamma” da cui estrarre vetro, anidride carbonica industriale ed energia. Una visita a Peccioli permetterebbe a molti ragazzi e ragazze di “toccare con mano” che cosa significa utilizzo virtuoso delle risorse e rimpiego degli utili in ottica sostenibile.

Sostenibilità come parità e inclusione sociale

Rimanendo sugli obiettivi di sostenibilità sociale, sono poi molti i casi di comunità che lavorano sulla parità di genere e sull’inclusività, altri traguardi di Agenda 2030. I casi di imprenditoria femminile e di inclusione di persone fragili o diversamente abili che si sviluppano all’interno di piccoli borghi sono spesso eccellenti modelli che comunità più grandi dovrebbero tenere in considerazione per lo sviluppo di iniziative simili. 

A Ornica (BG), piccolo paese montano incluso nel Parco delle Orobie, un gruppo di donne intraprendenti ha dato vita a “Donne di Montagna”, una cooperativa che gestisce un albergo diffuso e accompagna i visitatori alla vita del borgo, coinvolgendo tutta la comunità. 

A San Casciano dei Bagni (SI) una cooperativa di artigianato tessile composta da sole donne è nata con l'intento di portare innovazione e una nuova visione della tradizione attraverso l'economia circolare e il rispetto dell'ambiente e del territorio. 

A Orsara di Puglia (FG) una cooperativa sociale coinvolge uomini e donne con diverse disabilità e fragilità, come parte integrante del loro percorso di emancipazione ed integrazione, attraverso l’organizzazione di attività legate a un grande orto immerso nel vivaio forestale. 

A Sant’Anna di Valdieri (CN) le iniziative di sette donne imprenditrici che si sono messe in rete ha portato la comunità del borgo montano in Valle Gesso a sviluppare modelli sostenibili di sviluppo e a guardare con più fiducia al futuro. 

Borghi e piccole comunità, dunque, come laboratori di sostenibilità a 360°. Esperienze da studiare per capire come questo concetto fondamentale, a volte un po’ abusato nel linguaggio dei media, possa essere applicato in molte forme diverse sul territorio e reso accessibile a tutti.

Immagine in apertura:
Sarayut Thaneerat/123RF

ESPERIENZE DIDATTICHE

  1. Dividendo la classe in piccoli gruppi, si possono cercare sui siti web di Bandiere Arancioni, Borghi Autentici d’Italia, Alpine Pearls e Green Destinations le esperienze di sostenibilità più vicine al territorio in cui vivete o in cui si trova la scuola. Gli studenti possono descriverle e analizzarle per comprendere quali obiettivi di Agenda 2030 sono in esse riscontrabili.

  2. Singolarmente o a gruppi, studenti e studentesse possono scegliere dai medesimi siti alcune attività e progetti per calarle nella propria realtà come esempi di sostenibilità.

  3. Sui siti di Green Destinations o Alpine Pearls si trovano esempi di sviluppo sostenibile in realtà straniere. Gli studenti possono evidenziarne i caratteri di specificità e descrivere come potrebbero essere replicate in contesti italiani conosciuti.